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Carbonio Editore. L’importanza di essere «più liberi»

3 maggio 2018

La storia di Carbonio Editore inizia a Milano nella primavera del 2016, con un debutto ufficiale in libreria ad aprile 2017. Nel dicembre scorso la giovanissima casa editrice partecipa a Più libri più liberi, apprezzando la vitalità della manifestazione e la possibilità di creare un contatto diretto con i lettori. A oggi ha in catalogo 18 titoli (con l’obiettivo di pubblicarne tra i 12 e i 14 l’anno) raccolti in due collane: Zolle, dedicata alla saggistica divulgativa di ambito filosofico, con testi che vanno dall’antropologia alle neuroscienze, dalla filosofia politica alle pratiche filosofiche, e Cielo Stellato, la collana che raccoglie titoli di fiction e non fiction di autori internazionali, in particolare romanzi, memoir, reportage, noir e thriller.

«Per entrambe le collane – racconta Fabio Laneri, fondatore e amministratore delegato della casa editrice – il criterio di selezione è la qualità letteraria della scrittura, la caratura autoriale, la poeticità della lingua, il rilievo delle storie narrate, siano esse biografie o racconti finzionali, così da soddisfare un pubblico di lettori onnivori ed esigenti, attratti da una proposta autenticamente libera e nuova. Sono poi questi i lettori che abbiamo incontrato a Roma: lettori di ogni età, informati, curiosi che ci hanno prestato un’attenzione critica gratificante.
Tra gli autori contemporanei presenti nel nostro catalogo vorrei citare Miyamoto Teru, uno dei più conosciuti autori viventi in Giappone, tradotto dal giapponese, Hafid Bouazza, scrittore olandese di culto origine marocchina, Masha Gessen, giornalista russa, firma tra le più note del New York Times, attivista LGBT costretta all’espatrio e il premio Pulitzer Mei Fong. E naturalmente Maajid Nawaz, ex fondamentalista islamico convertito alla causa pacifista, autore di Radical, il titolo di punta di quest’anno. Il catalogo di Carbonio non è “di nicchia”, perché la sua proposta è concepita per il critico come per il lettore occasionale. Un pubblico eterogeneo ma sempre consapevole dei propri bisogni culturali, come quello che è venuto a trovarci al nostro stand a Più libri più liberi».

Il bilancio della vostra partecipazione in fiera?

Sicuramente positivo. Più libri è stata davvero una bella sorpresa e ha suscitato in noi la consapevolezza dell’importanza di essere presenti in fiera. Il contatto diretto con il pubblico è stato uno degli elementi più interessanti: conoscere di persona i lettori, raccoglierne impressioni, desiderata, idee e contatti per tornare a confrontarsi e tenere viva la relazione è un’opportunità unica per alimentare l’attività della casa editrice e consolidarne il profilo, indagando nel contempo quello degli ipotetici «lettori tipo». Ma non solo i lettori sono presenti in fiera! Il contatto con giornalisti, blogger, librai, autori, traduttori e molti altri addetti ai lavori crea un felice circuito di relazioni e incentiva il passaparola, che resta ancora una delle modalità principali con cui un libro può farsi conoscere. Vista la bontà dell’esperienza, abbiamo già confermato la presenza per l’edizione 2018.
Se guardiamo alle possibili criticità di una fiera, uno dei problemi annosi è relativo al posizionamento degli stand. Auspichiamo che a Più libri venga sempre garantita un’adeguata visibilità agli editori più piccoli, che hanno bisogno di un maggiore supporto e di capitalizzare più rapidamente l’investimento.

Quali sono le novità editoriali previste per la sua casa editrice nei prossimi mesi?

Continueremo a pubblicare titoli in grado di attrarre un pubblico dagli interessi multidisciplinari. Come ho anticipato, il nostro titolo di punta del 2018 è Radical di Maajid Nawaz, cittadino britannico di origine pachistana ex fondamentalista, oggi impegnato attivamente nella causa pacifista, co-fondatore e presidente di Quilliam, un’associazione che promuove l’integrazione e il rispetto per i diritti umani, contro gli estremismi. Radical è il diario della sua vita: della sua rabbia adolescenziale nei sobborghi inglesi, che l’aveva avvicinato a gruppi estremisti, della sua esperienza come reclutatore, dei quattro anni di carcere duro e torture in Egitto, agli inizi degli anni Duemila, fino alla mobilitazione di Amnesty International che ne ha consentito il rilascio. Dal carcere, dallo studio dei testi sacri e da una radicale presa di coscienza, Nawaz ha maturato una conversione che lo ha portato a un appassionato impegno per la causa democratica e pacifista.
Prima dell’estate usciranno anche Il mistero dell’orto di Rocksburg, un poliziesco dello scrittore americano K.C. Constantine e Figlio unico della giornalista cino-americana Mei Fong: un reportage sugli effetti della politica del figlio unico, che offre uno spaccato della società e della cultura cinesi. Il libro si sofferma in particolare sui danni provocati dalle misure adottate nel 1979 per arginare la crescita demografica del Paese: centinaia di migliaia di aborti, sterilizzazioni, abbandoni, infanticidi avvenuti nel corso degli anni e fino a tempi recentissimi, che ha portato il Paese all’attuale profilo demografico, alla percentuale allarmante di anziani e uomini soli.


Questo è un articolo della newsletter di Più libri più liberi a cura del Giornale della Libreria, per consultarla clicca qui.

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